Come Vincere La Depressione, L'ansia E Le Dipendenze by Colette Dowling

Come Vincere La Depressione, L'ansia E Le Dipendenze by Colette Dowling

autore:Colette Dowling [Dowling, Colette]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-19T09:32:58+00:00


possibilmente anche una terza

opinione: al più esperto e aggiornato psichiatra che avessi potuto

permettermi. Un consulto, dopotutto, richiede una spesa che si fa una

volta sola: e può cambiare

radicalmente una situazione. Se ho imparato qualcosa nel corso della preparazione di questo libro, è che fra i medici del nostro paese esiste una diffusa ignoranza delle turbe dell’umore: ed essa è particolarmente pronunciata quando i pazienti sono bambini. Lo studio delle turbe

dell’umore nei bambini è talmente nuovo che gran parte di quanto si è scoperto non è ancora giunto a

conoscenza dell’intera classe medica.

La diagnosi psichiatrica non dovrebbe mai essere considerata una cosa che si fa una volta sola. Se un bambino non migliora dopo qualche mese,

bisognerebbe farlo visitare da un altro medico: e prendere in

considerazione la possibilità di una nuova diagnosi. I bambini che

soffrono in silenzio Alcuni studi hanno mostrato che anche quando i sintomi di un bambino sono gravi, spesso i genitori non li riconoscono.

Un bambino può contemplare l’idea del suicidio senza che i suoi genitori abbiano il minimo sospetto che

qualcosa non va. In effetti, questo è quanto succede il più delle volte. In uno studio del 1989 su quattordici bambini con ossessioni di suicidio, Javad H. Kashani trovò “estremamente sconcertante” che soltanto due genitori fossero stari consapevoli delle tendenze suicide dei loro

figli.11 Robert, di dodici anni,

ricevette una diagnosi di depressione grave dopo aver tentato di uccidersi inghiottendo il contenuto di un

flacone di aspirina. Ragazzo

tranquillo e beneducato, aveva

cominciato la scuola media l’anno prima. La sera passava parecchie ore a studiare. Anche se prendeva voti eccellenti, aveva sempre paura di essere bocciato. La notte prima di un esame non riusciva a prender sonno.

Restava sveglio tormentandosi

sull’esito dell’interrogazione, e col passare delle ore si convinceva

sempre più che ci sarebbe stata una domanda a cui non avrebbe saputo

rispondere. Ma Robert si tenne dentro le sue preoccupazioni e le sue

difficoltà, e nessuno riuscì ad

accorgersene. Gli insegnanti lo

vedevano come uno studente che ce la metteva tutta per eccellere. Che

mancasse di esuberanza e non

partecipasse a nessuna deUe attività della scuola non sembrava molto

strano per un ragazzo serio. Neppure i suoi genitori si rendevano

realmente conto della sua ansia

legata alla scuola. Quando Robert era ancora piccolo, suo padre cominciò a insistere con lui sull’importanza di riuscire a scuola e di entrare in una buona università. Era un’opportunità che suo padre non aveva avuto. Benché di buona intelligenza, il padre di Robert non era mai riuscito a

“ingranare” alla media e i suoi voti erano stati mediocri. Era entrato in una scuola secondaria locale, l’aveva piantata dopo il primo anno perché la trovava noiosa e si era trovato un lavoro in un supermercato. Anche se con gli anni era salito fino a un ruolo direttivo, pensava di aver

perso molto nella vita per colpa dei suoi insuccessi scolastici. Fu un sollievo per lui che suo figlio non stesse seguendo il suo esempio.

“Certo, a volte pensavo che Robert studiasse un po’ troppo,” ci disse.

“Ma questo sembrava meglio che non applicarsi abbastanza.” Robert preferiva passare il suo tempo libero da solo e aveva pochi amici, cosa che sua madre attribuì alla sua

“serietà”.



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